Il senso di Giulia per le persone fuori tempo.

giulia iori

Uno dei ricordi più vividi della (mia) memoria di Giulia è legata ad una serata in un bosco da qualche parte nell’Appennino, dove io e le due sorelle bandiera, Giulia e Eva, ci  troviamo con chitarra più vino più falò. Non ricordo nemmeno la compagnia, ma ricordo il fuoco rosso sulle guance e la sensazione di beatitudine che un maglione di lana può dare ad Agosto, quando tutto fa caldo fuorchè la notte che stai abitando con le tue amiche più care.

Giulia è coinvolgente, entusiasmante, un’imperatrice della pentatonica, che trascina persone molto pettinate in imprese musicali strepitose, come ad esempio riuscire a sopportare quelli che suonano i bonghi per più di cinque minuti di fila. Ma ha anche sistemi assolutamente innovativi per insegnare le note ai suoi adepti, me inclusa, ovvero ma che studiiiiiiiiii, ma suona e vaiiiiiiiiiiii. Dai, canta così. La frase, ripetuta all’infinito: te tieni la terza. Senza scelta. Sto parlando di voci.

Nulla può smorzare l’entusiasmo di Giulia questa notte, sembriamo gli alpini con il sistema Bose integrato nei polmoni. Poi ci sono la tecnica e la calma di Eva, allora si può davvero suonare per una notte intera, anzi due, anzi per sempre. Nulla può allentare l’energia della Iori, o quasi. Perchè quella notte, accoccolata al fuoco c’è anche un’altra ragazza, fidanzata bellina di un caro amico, che dopo quattro o cinque ettolitri di vino rosso scopre il suo talento per il canto corale, e continua a massacrare la nostra versione impegnatissima di Bohemian Rapsody. Con una voce che ricordava Sbrodolina e un’intonazione da parà sul lancio, la nostra compagna trasforma tutto in sette quarti.

Giulia si gira e dice “prova a seguire questo ritmo, pum pum pum” battendo la mano sulla cassa della chitarra, per incitarla a prendere un ritmo, uno a caso, ma la ragazza resiste, finchè torna il nostro amico e di lei fidanzato che la cinge e fa quello che si fa a un falò, insomma, senza esagerare. Giulia, in genere restia a sorbirsi dimostrazioni di questo tipo, inizia una serie di complimenti come a dire “ecco, rimanete lì, così”. Eva si gira e ridendo dice “Giuda”. Io sibilo “Falsa”, sotto i baffi. E Giulia scoppia a ridere, di quella risata che ti fa attaccare il fegato al torace. Poi ricomincia, e attacca Don’t Cross The River. A Eva la seconda voce, a me oh-oh-oh. Quest0, penso, è perfetto.

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Author: juandpaola

Juanita è una donna di trentacinque anni che da grande voleva fare la rockstar, ma ha aperto una società di redditi immobiliari, ha una bambina di quattro anni che adora e un quasi marito inglese che parla l'Italiano peggio di Don Lurio. Se Giulia fosse ancora viva molto probabilmente Juanita sarebbe la sua tour manager.